Ex agente immobiliare, formatore, imprenditore: Angelo Abate, CEO di Gumpab e UnicornItalia.it, è tutto questo, ma non solo. Nonostante la giovane età, infatti, è anche un rivoluzionario del mercato immobiliare, a partire dall’idea rivoluzionaria di erogare(in futuro) i mutui alle giovani coppie tramite il crowdfounding e dalla decostruzione delle dinamiche tradizionali che cercavano il guadagno a qualunque costo. La grande scommessa è la creazione di una nuova generazione di imprenditori che generi valore e renda le persone consapevoli e libere nella scelta della propria casa. Ma la sua storia parte molto tempo fa.

La propensione per l’imprenditoria è preponderante in Abate sin dai banchi dell’istituto tecnico commerciale che frequentava, quando, ancora minorenne, diventa uno dei primi power seller di Ebay, grazie all’importazione di merce dalla Cina che poi rivendeva. Una sola domanda guidava un giovanissimo Abate già lanciato verso il successo: in quale settore operano gli uomini più ricchi? È così che individua un ambito, quello dell’imprenditoria immobiliare, in cui infine, appena ventenne decide di investire la liquidità che, da studente, aveva racimolato. E non era poca.

Al primo anno di Economia, dopo una parentesi da ingegnere gestionale, Abate acquista la sua prima casa: gli astri si allineano e lui incontra un commercialista che gli affiderà l’arredamento di una grande casa, in cui lui avrà il suo appartamento mentre si occuperà di tutto il resto, compreso il subaffitto. Grazie allo stesso uomo, che gli fa conoscere una famiglia importante con molte proprietà da gestire, l’anno successivo si ritrova, ancora da studente e senza una partita iva, con qualcosa come sessanta appartamenti in gestione. A questo punto, manca solo un elemento: la formazione.

Pochi giorni dopo la laurea triennale, Abate apre il suo primo ufficio in piena regola e gli affari vanno a gonfie vele, ma aver cominciato molto presto si rivela un’arma a doppio taglio. A trent’anni Angelo Abate è un agente immobiliare di successo, ha ottenuto grandi risorse, il lavoro in azienda è quasi completamente delegato e lui può godersi la vita, se non fosse che, nel momento più alto della carriera fino ad allora, scopre che il denaro non era ciò che desiderava, non aveva costruito valore e ora il peso del nulla che si era lasciato dietro lo schiaccia sul divano, in sei interminabili mesi di depressione.

A trarlo via da quel momento oscuro è un’idea: per quanto abbia scalato la vetta del mercato immobiliare, non si è mai davvero formato nell’ambito, per cui decide di frequentare alcuni corsi. Già dopo il primo, decide di dimettersi dal ruolo di amministratore delegato della sua azienda, per dedicarsi agli stralci immobiliari: quello che Abate intende fare, ora, è avere davvero impatto nella vita degli altri, a partire dall’azzeramento dei debiti di chi sta perdendo la casa all’asta.

Scopre che in Italia una famiglia su cinque rischia di perdere la casa per la pessima – se non nulla – conoscenza delle regole economiche di base e, individuato il problema, decide di creare un business model che vi ponga rimedio, non sostituendosi alle banche, ma pensando di costruire case da vendere ed erogando mutui sulla base di un algoritmo diverso da quelli delle banche. Non si tratta di stabilire, sulla base della situazione economica del momento, se fornire o meno i soldi alle persone che li chiedano, ma di valutare se possano permettersi di ripagarlo senza indebitarsi, tutelando così il potenziale acquirente.

È così che nasce Gumpab, la società che, attraverso i mutui erogati per mezzo del crowdfounding, si accerta che le persone possano effettivamente pagarli e vende immobili a un prezzo di mercato basso, facendo della vendita immobiliare e della consapevolezza nell’acquisto di una casa una vera missione. L’obiettivo, dunque, non è di concludere a qualunque costo una vendita, ma di creare, anche grazie agli eventi, una community che abbracci l’etica imprenditoriale degli unicorni, ovvero quegli imprenditori di nuova generazione che non mirano a far del male a nessuno, attraverso un naming fortemente simbolico che risvegli le coscienze di chi partecipa a questa missione.

Essere un unicorno vuol dire non fare del male a nessuno, non creare nei potenziali acquirenti quell’eccitazione – di avere una casa unica, esclusiva, che forse domani non ci sarà più…! – che gli agenti immobiliari finora hanno ricercato per indurre all’acquisto, spesso sconsiderato, di una casa. Vuol dire rendere le persone libere di scegliere consapevolmente, talvolta addirittura sconsigliare l’acquisto, aprendosi alle critiche da più parti. Gli agenti immobiliari classici non capiscono il business model e non potrebbero abbracciarlo, ma “è come reagisci alle difficoltà che determina la strada che farai”, si dice Abate, ed è anche per questo che coglie al volo l’opportunità: è arrivato il momento di formare i suoi unicorni. Nasce con questo intento la Unicorn real estate business school, un ambiente di formazione aperto a tutti coloro che vogliano davvero abbracciare la filosofia che anima Gumpab e UnicornItalia.

Davanti alla possibilità di acquistare una casa, le persone rispondono a un bisogno primario, ovvero quello di avere protezione. Così, in pochi minuti di visita a una struttura, si determina spesso una vita di debiti, dovuta anche a una completa assenza di educazione economica degli italiani. Questo è, ad esempio, il cuore di uno degli eventi più significativi che Abate e i suoi tengono per fornire queste competenze, chiamato “Casa libera tutti” e tenuto a San Patrignano, la comunità che offre sostegno gratuitamente ai giovani con problemi di dipendenza. Durante le giornate di seminari, i partecipanti scoprono come, attraverso meccanismi antichi come l’uomo, la speranza di avere una sicurezza chiamata “casa” li induce a impelagarsi in debiti e mutui non ripagabili.

Alla base di Gumpab, dunque, c’è una filosofia forte, potenzialmente disturbante, che riprende i principi del decostruzionismo filosofico di Jacques Derrida: bisogna andare oltre a ciò che c’è, vedere le contraddizioni di una mentalità tradizionale che spesso fa ammalare le persone, ormai indebitate in modo irreversibile. Per alimentare un business model etico, in cui tutti possano ottenere vantaggi, compreso l’ambiente, a lungo Abate ha collaborato con dottorandi e ingegneri termici, riuscendo infine a mettere a punto una pratica green del tutto rivoluzionaria: non più demolire gli immobili per ricostruirli, ma effettuare interventi di efficientamento che, buttando giù solo gli interni, consentono di ottenere una classe energetica equivalente a un edificio nuovo.

Gumpab permette in tal modo a tutti gli attori coinvolti nell’investimento di ottenere un guadagno, portando avanti le sfide ecologiche di questa epoca, ma anche quelle di una mentalità che non vede le opportunità nelle difficoltà, tipica delle vecchie generazioni ma anche di un modello di business proteso al guadagno senza etica, a discapito del prossimo. E il vantaggio è anche per chi fa parte della community, tanto che una buona percentuale dei collaboratori di Abate sono ormai soci, cosicché l’azienda è aperta, sul modello di quelle americane, e ogni microprogetto è gestito da un microgruppo, con le proprie responsabilità e successi. Così, all’espandersi della community, si espande anche l’azienda, consentendo la prima capitalizzazione, avvenuta recentemente, che ha permesso di ottenere il primo milione e mezzo per raggiungere il prossimo obiettivo: quotarsi in borsa.

Ma il tempio, come Abate definisce l’ufficio, sede di Gumpab, e le meditazioni aziendali non sarebbero giustificate solo da una quotazione in borsa. Ciò che alimenta infatti le ambizioni e il lavoro duro del CEO è soprattutto uno scopo fondamentale: creare la prima community di persone che possano, grazie alle entrate passive, decidere di non dover lavorare per vivere.

E, a giudicare dalla sua storia e dalla sua vision, non si può fare a meno di pensare che la via sia stata imboccata.