Se è vero che la pandemia da COVID-19 ha tenuto a casa milioni – se non miliardi – di potenziali viaggiatori, la sua fine ha però evidenziato una certezza: l’uomo è fatto per spostarsi. E a questa esigenza sono venute incontro le travel tech startup, che hanno rivoluzionato il modo di viaggiare, reinventando il turismo e di condividere esperienze fuori dal comune.

Tra queste si sta facendo notare ormai da tempo WeRoad, il “Tour Operator” non convenzionale che organizza viaggi di gruppo nelle mete più disparate con l’obiettivo di creare connessioni, coltivare relazioni e “vivere a pieno la vita”. E sono proprio questi obiettivi che hanno attirato Andrea D’Amico nel gruppo One Day – di cui fa parte, tra le altre compagnie, anche ScuolaZoo, rendendolo il primo CEO esterno al gruppo dei fondatori e, soprattutto, la nuova punta di diamante della compagnia di viaggi.

Con un’esperienza ultraventennale nel settore travel e la vicepresidenza di Booking.com alle spalle, Andrea D’Amico rappresenta per il WeRoad una svolta nel management. Il piano di espansione post-pandemia aveva bisogno di una figura di comprovate capacità manageriali e D’Amico ha immediatamente sposato la vision della compagnia e potenziato gli strumenti per farla crescere.

Uno dei punti chiave implementati, oltre all’espansione all’estero, è stato certamente la flessibilità che i WeRoaders, ovvero le guide con cui partono i vari gruppi in giro per il mondo, possono sperimentare, oltre che un prodotto, WeRoadX, che dà loro anche maggiore autonomia negli itinerari di viaggio. Ma grande importanza hanno assunto anche le partnership, dai brand più importanti come Samsung e Vivident, ai programmi tv come “Pechino Express”, ma l’obiettivo è diventare pan-europei, e i piani di espansione sembrano indicare tendenze positive in questo senso.

Con l’ampliamento del mercato e dell’offerta, però, WeRoad non dimentica la propria anima e proprio per questo l’identità del brand si rafforza, sia attraverso i propri coordinatori sparsi in tutta Europa, sia attraverso trovate di marketing che ne fortifica l’identità e il pubblico target. WeRoad, infatti, si rivolge soprattutto ai Millennials, offrendo loro la possibilità di creare comunità non solo come guide, ma anche come viaggiatori, tanto che spesso le prenotazioni vengono effettuate da individui che non conoscono i loro futuri compagni di viaggio, e in questo modo si crea un sentimento di reciproca fiducia che è parte integrante del modello di business della piattaforma. Lasciare liberi di fare, provare, risolvere.

Lo ribadisce ampiamente D’Amico, che evidenzia anche come i modelli di viaggio di WeRoad abbiano rivoluzionato il concetto di turismo, spostando il focus sull’esperienza e sulla possibilità di fare esperienze memorabili, ma con un grande impegno nel senso della sostenibilità. Se muoversi lascia un’impronta nel mondo, WeRoad cerca di renderla il meno impattante possibile per le comunità e i luoghi visitati, magari incoraggiando i propri travellers a evitare le mete che soffrono a causa del noto fenomeno dell’overtourism.

Quello di D’Amico e WeRoad sembra dunque un match perfetto, in cui il CEO condivide appieno la vision della compagnia e riesce a comunicarla chiaramente all’esterno. Ma da una personalità di grande esperienza come lui, ci sarà da aspettarsi grandi novità: magari, chi lo sa, verso tutta l’Europa e oltre.